Valpolicella: 7 aziende su 10 intendono investire in enoturismo

Secondo un’indagine del Consorzio di tutela l’ospitalità è la chiave per la ripartenza post-Covid

Sette aziende della Valpolicella su 10 intendono investire in enoturismo nei prossimi anni. A dirlo l’indagine interna del Consorzio di tutela vini della dop veneta realizzata in occasione della Valpolicella annual conference, la due giorni di convegni, degustazioni e approfondimenti live in formato completamente digitale del 26 e 27 febbraio.

Secondo i dati raccolti su un campione di circa un terzo delle aziende del territorio, dopo un 2020 chiuso a -9,6% sul fronte delle vendite di vino made in Valpolicella, sarebbe proprio l’ospitalità la chiave di volta per la ripartenza nello scenario post-Covid. Un asset importante, su cui l’area vitivinicola ha ancora molto potenziale inespresso.

Se infatti la vendita diretta al pubblico è una prassi diffusa su tutto il territorio e in ogni tipologia di azienda, praticata dal 98% dei rispondenti, rappresentano solo il 28% le realtà che si sono lanciate nell’hospitality, per lo più con B&B (nel 39% dei casi) e visite e degustazioni in cantina (32%), e ancora meno (il 13%) quelle che offrono servizi di ristorazione. Si tratta inoltre di formule attivate in media da 15 anni, tanto che 2 su 3 tra quelle già inserite nel circuito enoturistico prevedono nuovi investimenti.

«La propensione all’investimento è un dato molto positivo per l’economia di tutto il nostro territorio – dice il un presidente del Consorzio, Christian Marchesini – segnale di rilancio forte che, per concretizzarsi, ha bisogno del supporto di tutti gli attori istituzionali che ruotano attorno alla gestione del prodotto turistico. Il Consorzio sarà in prima fila per supportare le aziende che decideranno di investire in questa direzione attraverso un cospicuo lavoro di rete, ma anche attraverso la formazione e la promozione».

Valutando l’incidenza sul fatturato, le aziende hanno stimato un impatto medio dell’enoturismo pari al 17%, dato che sale oltre al 21% per le aziende con una produzione inferiore a 100 mila unità che, con un terzo già impegnato in attività enoturistiche, sono quelle a dimostrare il più alto tasso di ricettività. La quota scende invece rispettivamente all’11% e 4% per le medie e grandi aziende.

Il Consorzio Vini Valpolicella vanta oltre l’80% della rappresentatività della denominazione. La Valpolicella detiene quasi 8.400 ettari vitati dislocati nei 19 comuni della Doc veronese ed esprime ogni anno un giro d’affari di circa 600 milioni di euro. Aperta a tutte le aziende del territorio, l’indagine censimento ha coinvolto un centinaio di realtà vitivinicole che sono state suddivise in piccole (fino a 100 mila bottiglie prodotte, 71% del campione), medie (100-500 mila bottiglie, 18% del campione) e grandi (più di 500mila bottiglie, 11% del campione).

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